E' assopita.
Al profumo della primavera sembra rinvenire. Sorride alle grida festanti dei natanti, mentre tira un sospiro di sollievo alla fuga dei vili vandali. Poi, arriva un altro mantello di foglie che la prepara per l'ennesimo letargo.
La Villa Fermani è li ad aspettare. Colma di un gran potenziale e coperta da polverosi progetti che la ritraggono in un futuro prospero. Ma un futuro che non è mai presente.
Essa, invece, è presente. Soltanto nei sogni di coloro che la amano. Con i profumi di bosco sprigionati dalla pioggia. Al sapore di semplici (illecite) partite a calcio. Al suon delle feste che balenano nel coro estivo delle cicale.
È con questi elementi e pensieri che si confondono in stato onirico di ricordi che mi figuro la Villa Fermani. Come un playPARK. Un spazio cittadino ricreativo circondato dal un orto botanico. Con nuovi giochi all'ombra dei pini. Come un piccolo skatepark. Al alposto della vecchia casa del custode, vedo nuovi abitanti rollare e saltare allo sfondo della Villa. Per un parco che dia maggiori spazi verdi, sportivi e sociali ai giovani.
Immagino una miriade di piante, arbusti e fiori autoctoni colorare l'orto botanico. Con tanto di percorsi pedonali che serpeggiano tra la flora. Dove ci si può fermare a leggere le etichette informative sulla varietà dei figli di Gaia. Dei percorsi insomma che esplorano il giardino dall'ingresso Ovest, passando per una futura e florida scarpata, per poi terminare nella Limonaia\Serra dopo aver costeggiato l'area Est vicino alla Bocciofila.
L'orto botanico si colora già nella mente, con le sue profumate passeggiate, con il suo salutare percorso vita. Pensando che non ancora c'è, se ne sente già la mancanza.
Penso all'orto botanico come un stupendo semplice fine. Ma anche come un fiorito inizio. Verso un'idea di città più vivibile. Una città dall'aria più pulita che contrasta l'avanzare del cemento e dell'inquinamento. Insomma una CittàBosco. Dove il verde si espande dai parchi alle strade, alle piazze e ai privati recinti. E sopratutto diventi un elemento imprescindibile del futuro sviluppo urbano. Civile ed ecologico. Perché non si può vivere, guardare e odorare soltanto mattoni e cemento. Perché il verde non è un mero costo di manutenzione. Ci dona ossigeno, colori, frutti mentre ci rimette in stretto contatto con la natura, componente pregnante dell'antica cultura rurale che stiamo dimenticando.
Considero quindi l'orto botanico della Villa come come la base per una verde Corridonia. Con la dimora che fu del Fermani come Centro Educativo Ambientale: su un piano un museo didattico sulla vegetazione autoctona del parco e sul passato arboreo cittadino; sull'altro una grande stanza adibita a convegni, lezioni e laboratori. Mi sembra già di intravedere una produttiva Limonaia\Serra pubblica vicina all'ingresso Est del parco. Dove scolaresche e singoli cittadini possono sperimentare, annaffiare e far crescere il verde collettivo. Per poi riforestare ogni angolo della nuova CittàBosco.
Immagino quindi un playPARK che faccia risvegliare la Villa Fermani dal suo lungo sonno. Un orto botanico, parco giochi e sede per eventi/concerti. Sopratutto d'estate. E specialmente sistemando un piccola struttura ricettiva che si inserisca nell'armonia arborea dell'area adiacente al palco. In modo da liberare la bella Villa dal quella sorta di bungalov che proprio non le se addice.
Penso allora ad un idea di riqualificazione di una res pubblica che si finanzi con il pubblico. Perché un privato potrà avere in gestione il bar, ma non si offrirà mai di finanziare un bosco a rimanere sempre verde. Un intervento pubblico perché al pubblico è rivolto tale bene comune.
E allora via a ristrutturare la spesa comunale e a cercare fondi nel variegato Pantalone. Alla fine si potrebbe anche immettere una speciale tassa temporanea pur di realizzare l'opera. Ma non prima però aver eliminato tutti gli sperperi come ad esempio le bollette per l'illuminazione pubblica e il riscaldamento degli edifici comunali. Perché puntando sull'efficienza energetica e istallando sui tetti pannelli solari/fotovoltaici si può liberare notevoli risorse. Perché ci sono molteplici vie per realizzare un progetto, se lo si desidera. Se è veramente importante. E la ristrutturazione della Villa Fermani lo è.
Andrea Germondari
Ps: le idee dal basso possono volare in alto se sono discusse, condivise, spinte. Sentitevi liberi di commentare, migliorare o inviare all'email del blog le vostre idee sulla Villa Fermani.
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