20/10/11

Andamento lento - #IWT150

Da Corridonia, me ne andai lo scorso luglio verso nord e tornai cinque settimane dopo da sud, di mezzo l’Italia, un’eclatante estasi di differenze che rendono unico questo bel Paese abitato da un popolo antico che vive in uno Stato giovane. Una terra “vestita” di luoghi e popoli che contribuiscono ad arricchire, con il pezzetto di stoffa del proprio “costume”, la bandiera della nostra Nazione.

Mosso da un’enorme curiosità di osservare per intero il nostro Paese, ho deciso che il miglior modo per festeggiare il suo 150° anniversario fosse quello di attraversarlo da capo a piedi con un mezzo speciale: la Vespa. Così, dopo aver restaurato la 150 Sprint Veloce di mio padre e averla battezzata con il nome di Izabella, ho deciso di partire. Nel mio viaggio in Italia ho percorso 4800 km, attraversato 14 regioni e 45 province. Compagno di ventura in Sardegna Sicilia e Calabria è stato Carlo foresi, amico di vecchia data con il quale ho girato in bici Corsica e Toscana. In Vespa perchè questo veicolo a due ruote è uno dei simboli dell’Italia nel Mondo. In Vespa perchè ritengo che sia importante impiegare tanto tempo per arrivare poiché a volte viaggiare è quasi meglio che arrivare. In Vespa perché con il suo lento andare ogni cosa assume un aspetto diverso: le strade che si fondono con i paesaggi, che salgono e scendono come le dolci ed equilibrate colline; la quiete piatta di una calma e riposata distesa pianeggiante; l'irregolare ascesa e discesa di una maestosa montagna. In Vespa perché le strade secondarie, quelle meno trafficati, sono le più gradevoli e le più vere. Percorrerle lentamente ti permette di osservare con i tuoi occhi la realtà che ti circonda. La lentezza è una caratteristica fondamentale e intrinseca del viaggio in Vespa. Il rispetto dei tempi nel percorrere le lunghe distanze è imprescindibile dal suo telaio, dai suoi ingranaggi, dalle sue ruote, dall’aspetto stravagante del suo faro anteriore, dal ronzio sbarazzino del suo motore e dal beep beep inconfondibile del suo clacson. Ed ecco che sopra di essa entri in diretto contatto con chi ti osserva, uno scambio reciproco, un saluto, un gioco di sguardi. Lo sanno gli anziani che con occhi pieni di gioia ti chiedono da dove vieni e dove vuoi arrivare, sentendosi orgogliosi di essere, con il loro saluto, una piccola parte del tuo viaggio. Così quando ti fermi per chiedere informazioni la risposta tende a essere più lunga del dovuto, piena d’impressioni personali e modi di osservare le cose secondo il posto, la provenienza, il passato, la storia. Da queste strade s’imparano mille cose viaggiando. La gente che incontri non ha fretta, non sta andando da nessuna parte e non è troppo indaffarata per essere cortese. Gente che conosce con profondo amore il luogo che abita. Insomma, la Vespa ti permette di viaggiare e a volte è quasi meglio viaggiare che arrivare.

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