10/07/20

Camminata ecologica. Fiume Chienti, Corridonia




<<Tengo in mano un fiore, forse. Strano. Sembra che nella mia vita sia passato un giardino, una volta.>> Kiki Dimulà.
Quel giardino lo possiamo ancora scoprire, vivere e curare. Per questo ci vediamo sabato 25 luglio 2020 ore 9:45 nel parcheggio dell"Osteria lungo il fiume" per passeggiare nel Chienti direzione est, stare insieme, raccogliere pattume ed alla fine fare bisboccia.

La camminata di cinque chilometri sarà facile e consigliamo di portare pantaloni lunghi (ci sono alcuni tratti di erba alta), guanti, un paio di scarpe da trekking che si bagneranno (più un paio di scarpe di riserva da lasciare in auto), zaino con bevande e costume da bagno.
All'arrivo offriremo un pranzo frugale nelle ombrose sponde del fiume, per poi tornare con le navette al punto di partenza.

Per informazioni e prenotazioni contattate il 3284623833.

Il punto di ritrovo per il percorso di cinque chilometri lo trovate in questo collegamento.
Le bambine e i bambini piccoli, accompagnati dai genitori, possono fare l'ultimo chilometro del tragitto partendo da quest'altro ritrovo verso ore 11:30.
Il punto di arrivo è comune e lo trovate alla fine della contrada Bore Chienti.

Ps: seguiremo le direttive anticontagio ed è obbligatorio l'uso della mascherina solo per il tragitto di ritorno.


Manifesto

Fino a non molto tempo fa eravamo abituati a leggere e vivere l'umanità nell'Olocene, l'era <<del tutto recente>> che brevemente accomunava gli uomini degli ultimi 12000 anni.
Considerato l'impatto dell'uomo in ogni centimetro quadrato nel suolo, in ogni goccia d'acqua ed in ogni particella d'aria, negli ultimi decenni si è fatto largo una nuova distinzione tra il noi “recente” e quello passato: l'Antropocene, <<l'epoca umana>>.

Arrivati in questa nuova prospettiva, potremmo fare anche delle ulteriori riflessioni, più analitiche, ed identificarci in altre raffigurazioni come il Capitalocene, il Maschiocene, l'Oscena. Oppure approdare nella nuova concezione di Plastocene, caratterizzata dalla sostituzione di processi naturali con processi sintetici. <<questo termine non vuole suggerire un mondo pieno di plastica – nei prossimi decenni l'umanità potrebbe trovare ragionevole abbandonare questo prodotto sintetico – Il termine Plastocene ha a che fare con l'aggettivo “plastico” e indica un epoca in cui il pianeta diventa sempre più influenzabile e plasmabile.>> Con queste parole Preston ci permette di intravedere nell'attuale ”Era sintetica”, un evoluzione tecnologica tale da superare la crisi ambientale mondiale tramite la riprogettazione artificiosa degli ecosistemi.
L'ambivalenza del significato Plastocene, un mondo pieno di plastica ed allo stesso tempo da plasmare, ci dovrebbe far riflettere.

Difficile dire se riusciremo a vedere tale evoluzione della tecnica. Di sicuro c'è che, prima di tutto, è fondamentale partecipare all'evoluzione più importante e promettente. Quella di un antropologia ecologica nuova che, in parte, si sta diffondendo negli ultimi anni grazie al nuovo movimento ambientalista globale e plurale. Fatto anche di piccole e disparate azioni. Come quella di ripulire gli ecosistemi vitali vicini a noi, qualche chilometro del fiume Chienti, durante una passeggiata gioiosa e condivisa.



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