Ci siamo chiesti cosa significa celebrare la festa del 25 Aprile negli anni
dieci del nuovo millennio. Ci siamo risposti che significa ricordare ciò che è
stata la Resistenza, evitando revisionismi strumetali, nonché visioni ovattate e
retoriche della lotta partigiana. E che significa anche affermare con forza
l'esigenza di resistere oggi.
Eccone il senso profondo e tremendamente attuale. Resistere alle nuove
forme di fascismo che, in maniera ostentata o latente, continuano a manifestarsi
tragicamente nel nostro paese.
Per il terzo anno consecutivo SciArAdA organizza la Festa della Resistenza alla Villa Fermani di Corridonia, in collaborazione con l'Anpi e la Società
Operaia Mutuo Soccorso e con il patrocinio del Comune di Corridonia. Lo fa con una due giorni dal titolo Razza Partigiana. In strada, liberAzione che vuol tentare di far luce sui
tratti distintivi dei movimenti neofascisti esistenti, sottolineandone
le loro differenti strategie contraddistinte da una comune matrice razzista e
populista. Un approccio politico populista è, infatti, l'appiglio che tali
movimenti utilizzano per fare proseliti.
Si fa quindi necessario non rimanere indifferenti dinanzi a questi
fenomeni, commettendo l'errore di considerarli marginali, ma bensì attivarsi nel
smascherare le subdole tecniche comunicative usate per ottenere consenso.
Perché essi giocano sulle debolezze e la frustrazione della gente. Si
appropriano, indebitamente, di lotte e personaggi che nulla hanno a che vedere
con il fascismo. Perché è così che striscia il loro messaggio: utilizzano il
passato come «una sorta di pappa omogeneizzata che si può modellare e
mantenere in forma nel modo più utile» scrisse il filosofo Furio Jesi
[1].
Il dibattito a riguardo con Giuliano Santoro, giornalista di “Carta” e
“MicroMega” e lo scrittore Wu Ming 2, aprirà nella serata del 24 Aprile la due
giorni di riflessione e festa.
La voce di Wu Ming 2, accompagnata da Egle Sommancal, Stefano Pilia, Paul
Pieretto, Federico Oppi, musicisti provenienti da gruppi quali Massimo Volume e
SettlerFish, avrà poi il compito di raccontare in musica e parole la storia di
Giorgio Marincola, partigiano somalo morto in Val di Fiemme nell'ultima strage
nazista sul territorio italiano. Una storia tragica e bellissima. Razza Partigiana.
Ti hanno insegnato che un meticcio non è una persona intera
Che è un essere ignobile, un fiore appassito
un morto vivente, un'offesa
Forse per questo sei arrivato in fondo
con il fucile in mano
sordo a qualunque liberazione
Giorgio Marincola, nato in Somalia.
Pelle nera, cittadinanza italiana
Razza Partigiana
❝Gli uomini sono tutti giovani e belli canterebbe Guccini. Cosa importa se questo Marincola era bianco o nero, comunista o liberale, italiano o somalo? I partigiani, nella retorica degli alzabandiera sono patrioti del leggendario coraggio, punto e basta. Epiteti lisci come un cippo di marmo, pieno di ettolitri di aria fritta. Perché coraggio è parola vuota – altro che leggenda – se non si dice cosa lo alimenta e in quali vene si mescolava col sangue❞. [2]
E con il "cosa" alimenta lo spirito dell'antifascismo, ieri come sopratutto oggi, che SciArAdA approccia la
sfumatura tematica della seconda giornata.
Essere cresciuti in uno stato democratico (dicono che lo siamo) fa perdere,
alle masse, la concezione di come, il flusso della vita, possa scorrere in un
regime totalitario. Al rovescio, ai figli della lupa, ai balilla ed agli
avanguardisti, tutti vestiti di nero, addestrati alle grandi adunate, alla
disciplina e al sacrificio, quello, sembrava l'unico mondo esistente. Fatto di
forze militari ed addestramenti. Di un duce, un'unica propaganda, testi
scolastici uniformati, una storiografia ammaestrata ed un “puro” pensiero unico.
Supportato dall'epurazioni, dai delitti e dalle percosse. L'olio, di ricino,
infatti, tendeva a non fluidificare il dissenso e le contestazioni. I tribunali,
speciali, condannavano, semplicemente, i sudditi che avevano la maglietta di un
colore diverso dal nero.
E così, con la scusa della razza italica, dell'imperialismo e dello stato
“sociale”, il fascismo si poneva ontologicamente contro la libertà di vivere. Di
manifestare le pluralità del nostro essere. Di gioire.
Ed è con un sorriso nel cuore che SciArAdA pensa ai festeggiamenti del 25
aprile di quest'anno, In strada, liberAzione. Con quel giubilo della Giornata della Liberazione che si
pone in netta antitesi all'oppressione dell'autoritarismo fascista. Con quella
festa gioiosa che ci indica l'alternativa, politica e culturale, al
totalitarismo delle idee e dei corpi operata dalla dittatura. E lo vogliamo fare
tramite una Parata musicale. Una rassegna di forze "civili" armate di un libertario spirito di festa.
Utilizzando una democratica riappropriazione della città, delle strade e piazze,
che celebri felicemente la Liberazione.
Neofascisti, un giubilo vi seppellirà!
[1] Furio Jesi, Cultura di destra, 1973
[2] Wu Ming 2, Basta uno sparo, 2010
[2] Wu Ming 2, Basta uno sparo, 2010
Nessun commento:
Posta un commento