Acciaio mi guardò e disse:Te la sentiresti, Nunzia, di portare una lettera?Ed io:Dove?A BorgianoE con che ci vado?In bicicletta
Quando Nunzia Cavarischia (Roma, 1929) iniziò a fare la staffetta partigiana tra i monti maceratesi aveva 14 anni. La partigiana bambina detta Stella Rossa («forse perché mia madre aveva cucito
due stelle rosse sui miei guanti, certo è che non li mettevo
quasi mai per paura dei tedeschi») macinava chilometri in bicicletta consegnando lettere e pacchi
per coordinare le azioni da svolgere. Ora di anni ne ha 84 e trascorse 70 primavere da quel periodo indimenticabile della sua esistenza non ha di certo smarrito la voglia di raccontare le storie che ha vissuto e che ha raccolto nel libro Ricordi di una staffetta. Lo farà anche il prossimo 25 aprile nell'ambito della due giorrni di iniziative resistenti al parco Villa Fermani di Corridonia organizzate da Sciarada con la collaborazione della Societa Operaia Mutuo Soccorso (SOMS) e dell' Anpi cittadina.
Durante la testimonianza di Nunzia ci imbatteremo in personaggi memorabili quali il siciliano Emanuele Lena detto "Acciaio" o il "gigante" tedesco Erich, e in paeselli e frazioni dell'entroterra maceratese note a molti di noi come Acquacanina, Serrapetrona, Sforzacosta, Monastero, Montalto, Cessapalombo, Borgiano, Valcimarra... in una narrazione che alterna momenti divertenti, tragici, eroici e commoventi.
Nunzia, introdotta dallo storico Matteo Petracci (autore dell'indispensabile libro sulla Resistenza maceratese Pochissimi Inevitabili Bastardi) aprirà il dibattito "Il Tempo del racconto. Storie orali e narrazioni digitali", il tentativo di riflettere insieme su come stanno cambiando i tempi della creazione e della fruizione delle storie e sull'importanza ri-imparare ad ascoltare, trovando spazi di riflessione in mezzo al flusso frenetico di informazioni frammentate con cui abbiamo quotidianamente a che fare.
Luca Padovano, nodo attivo e curioso della rete (ecco due esempi fecondi: il suo profilo Twitter e il blog "LPado") ci parlerà di *cassetti trasparenti, contaminazioni e percorsi resistenti*. Ovvero... il web come strumento per narrazioni collettive. L'avvicinarsi della scrittura al racconto orale ora che testo scritto e testo parlato tendono a sovrapporsi nella velocità della rete. La possibilità di trovare anche in ambienti digitali modalità riflessive. Amare un testo e farlo proprio destrutturandolo e ri-scriviendolo in altre forme. Esempi di storie ri-inventate e diffuse con un hasthag su Twitter e ri-composte con Storify: #Leucò e #marciasuroma. Narrazione come didattica, da padre. Tenendo acceso il fuoco.
E voi Dei, che non capite cosa sia l'umanità, ascoltateci. Noi siamo le storie che raccontiamo, i ricordi che lasciamo. #leucò/27/sapevatelo
— asino morto (@AsinoMorto) 04 aprile 2013
Al termine del dibattito verranno premiati i vincitori del concorso fotografico "Foto/narra il 25 aprile: resistere oggi" (le iscrizioni sono ancora aperte) mentre i writers di Art in progress, presenti fin dalla prima edizione alla Festa della Liberazione in Villa Fermani, racconteranno un piccola storia di resistenza tramite i graffiti.
La serata proseguirà con il concerto di Billy Balla Reggae, gruppo marchigiano composto da 6 musicisti e un attore/cantante. Il loro progetto musicale si basa sul riarrangiamento inchiave reggae/ska di pezzi storici del cantautorato italiano (principalmente degli anni '60 e '70) che rivivono così sotto altre forme e contesti. Toccherà poi alla selezione musicale rock'n' roll/ska dello sciaradico Dj Jacopò concludere questa due giorni resistente (leggi il programma 24 aprile) in cui cercheremo di raccontare e ascoltare storie... con ogni mezzo necessario.
Il flusso dei racconti va tenuto vivo e vivace. Dobbiamo narrare con sempre nuovi mezzi, cambiando sguardi e punti di vista. Dobbiamo mantenere le storie in costante esercizio, per impedire che, indurendosi, ci intasino la mente. (Wu Ming, "Spettri di Müntzer all'alba").
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