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“Socialità, mutualismo,
rivalutazione degli spazi urbani”: questo è stato il nome scelto
per lanciare la prima assemblea aperta nel gennaio di quest'anno. A
nove mesi esatti da quel primo, partecipato appuntamento è il
momento di tirare le somme e andare oltre. Costruendo dei gruppi di
lavoro. Muovendoci consequenzialmente al nome che ci siamo dati.
Portando avanti un progetto complessivo che abbia un filo conduttore
intorno alle parole d'ordine che questa assemblea si è data sin da
subito. Per arrivare a costruire una rete di mutuo soccorso.
Da Roma a Milano, da Pisa a Napoli,
plurime e plurali sono le esperienze collettive messe in campo
nell'intento di riappropriarsi del diritto alla città, con
l'obiettivo mai celato di dare un senso nuovo, profondo a termini che
abbiamo voluto mettere in evidenza già nel lancio della prima
assemblea e che esattamente nove mesi dopo si sono soltanto riempiti
ancor più di significato.
Per questo, il mese scorso,
ritrovandoci dopo qualche settimana, abbiamo voluto far sì che
quelle parole d'ordine divenissero gruppi di lavoro. Ciò che è
avvenuto, però, è che non abbiamo fatto i conti con parole che
tendono a moltiplicarsi. A contenere in sé, ognuna di esse, altri
termini, altri significati.
Parlare di socialità significa dunque
parlare di pratica antirazzista, autoproduzione culturale, rapporto
tra città e università, per esempio. Ma anche parlare di
mutualismo.
Così come parlare di mutualismo vuol
dire parlare di lavoro recuperato e di orti condivisi.
Nello stesso tempo, infine, parlare di
rivalutazione degli spazi urbani significa parlare di recupero del
territorio, attraverso una mappatura degli spazi abbandonati in città
in provincia, oltre che di riappropriazione di luoghi di cultura
sottoutilizzati.
In altri termini, tutto ciò vuol dire
riprenderci il diritto di parola su tematiche che fanno parte del
nostro vivere quotidiano.
Da qui la scelta di definire in un
pubblico incontro la funzione di questi gruppi di lavoro, lanciando
una nuova assemblea per il prossimo 19 ottobre, a partire dalle
16.00, allo Sferisterio di Macerata, luogo che più di ogni altro
rappresenta il concetto di #spaziliberati, filo conduttore delle
celebrazioni collettive del 25 aprile di quest'anno.
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