<<Tengo in mano un fiore,
forse. Strano. Sembra che nella mia vita sia passato un giardino, una
volta.>> Kiki Dimulà.
Quel giardino lo possiamo ancora
scoprire, vivere e curare. Per questo ci vediamo sabato 25
luglio 2020 ore 9:45 nel parcheggio dell"Osteria lungo il
fiume" per passeggiare nel Chienti direzione est, stare insieme,
raccogliere pattume ed alla fine fare bisboccia.
La camminata di cinque chilometri sarà
facile e consigliamo di portare pantaloni lunghi (ci sono alcuni
tratti di erba alta), guanti, un paio di scarpe da trekking che si
bagneranno (più un paio di scarpe di riserva da lasciare in auto),
zaino con bevande e costume da bagno.
All'arrivo offriremo un pranzo frugale
nelle ombrose sponde del fiume, per poi tornare con le navette al
punto di partenza.
Per informazioni e prenotazioni
contattate il 3284623833.
Il punto di ritrovo per il percorso di cinque chilometri lo trovate in questo collegamento.
Le bambine e i bambini piccoli, accompagnati dai genitori, possono fare l'ultimo chilometro del tragitto partendo da quest'altro ritrovo verso ore 11:30.
Il punto di arrivo è comune e lo trovate alla fine della contrada Bore Chienti.
Il punto di ritrovo per il percorso di cinque chilometri lo trovate in questo collegamento.
Le bambine e i bambini piccoli, accompagnati dai genitori, possono fare l'ultimo chilometro del tragitto partendo da quest'altro ritrovo verso ore 11:30.
Il punto di arrivo è comune e lo trovate alla fine della contrada Bore Chienti.
Ps: seguiremo le direttive anticontagio
ed è obbligatorio l'uso della mascherina solo per il tragitto di
ritorno.
Manifesto
Fino a non molto tempo fa eravamo
abituati a leggere e vivere l'umanità nell'Olocene, l'era <<del
tutto recente>> che brevemente accomunava gli uomini degli
ultimi 12000 anni.
Considerato l'impatto dell'uomo in ogni
centimetro quadrato nel suolo, in ogni goccia d'acqua ed in ogni
particella d'aria, negli ultimi decenni si è fatto largo una nuova
distinzione tra il noi “recente” e quello passato: l'Antropocene,
<<l'epoca umana>>.
Arrivati in questa nuova prospettiva,
potremmo fare anche delle ulteriori riflessioni, più analitiche, ed
identificarci in altre raffigurazioni come il Capitalocene, il
Maschiocene, l'Oscena. Oppure approdare nella nuova concezione di
Plastocene, caratterizzata dalla sostituzione di processi naturali
con processi sintetici. <<questo termine non vuole suggerire un
mondo pieno di plastica – nei prossimi decenni l'umanità potrebbe
trovare ragionevole abbandonare questo prodotto sintetico – Il
termine Plastocene ha a che fare con l'aggettivo “plastico” e
indica un epoca in cui il pianeta diventa sempre più influenzabile e
plasmabile.>> Con queste parole Preston ci permette di
intravedere nell'attuale ”Era sintetica”, un evoluzione
tecnologica tale da superare la crisi ambientale mondiale tramite la
riprogettazione artificiosa degli ecosistemi.
L'ambivalenza del significato
Plastocene, un mondo pieno di plastica ed allo stesso tempo da
plasmare, ci dovrebbe far riflettere.
Difficile dire se riusciremo a vedere
tale evoluzione della tecnica. Di sicuro c'è che, prima di tutto, è
fondamentale partecipare all'evoluzione più importante e
promettente. Quella di un antropologia ecologica nuova che, in parte,
si sta diffondendo negli ultimi anni grazie al nuovo movimento
ambientalista globale e plurale. Fatto anche di piccole e disparate
azioni. Come quella di ripulire gli ecosistemi vitali vicini a noi,
qualche chilometro del fiume Chienti, durante una passeggiata gioiosa
e condivisa.
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